Le “sfere di mare” per l’isolamento edilizio

14
Giu

“Alghe” per l’isolamento termico

Sembra quasi uno scherzo l’inizio dell’avventura di un architetto e professore tedesco, Richard Meier, che grazie alla propria start up nel giro di pochi anni, è riuscito a brevettare un prodotto, certificarlo e metterlo sul mercato, diventando oggi una vera e propria ditta che produce un materiale isolante nuovo e antico al tempo stesso. Nuovo perché prima non s’era mai visto, antico perché proviene direttamente dal mare e sfrutta il prodotto di “scarto” di una pianta marina, erroneamente denominata ‘alga’, la Posidonia oceanica, piuttosto abbondantemente su molte coste sabbiose del Mediterraneo (oltre che sulle coste meridionali dell’Australia), dall’autunno alla primavera. Note anche con i nomi popolari di “palle di mare” o “palle di Nettuno”, le egagropili (questo il nome corretto di questa pianta) sono un fattore ‘inquinante’ e di disturbo, tanto che vengono spesso rimosse con pesanti macchinari e destinate a riempire le discariche.

Nel 2006, durante una vacanza sulle coste spagnole della provincia di Alicante, osservando scherzosamente le egagropili, che ricordavano molto il materiale fibroso di certi isolanti naturali esistenti già da decenni come la fibra di legno o di altre specie vegetali, Richard Meier si rese conto che queste, se avvicinate a una fiamma, non prendevano fuoco e non bruciavano ma, anzi, la fiamma tendeva ad autoestinguersi. Da qui l’idea di approfondire la natura del materiale perché, secondo le indagini dello stesso Meier e non solo, uno degli elementi più inquinanti in assoluto legati al recupero e al riciclo dei materiali isolanti cosiddetti ‘naturali’ è proprio l’addizione di sostanze che ne ritardano l’infiammabilità.

Il materiale isolante sfuso che deriva dalla pianta marina di cui si parla in queste pagine, e il cui nome commerciale oggi è NeptuTherm®, ha un suo primo vantaggio nel fatto che la materia prima non subisce un particolare trattamento fisico-chimico ma viene semplicemente triturata e sminuzzata e, se necessario, passata più volte a un setaccio per allontanare sabbia e altre particelle eventualmente presenti. L’esame delle fibre svolto presso l’Istituto per la Fisica Edile del Fraunhofer (Institut für Bauphysik – BIP) ha rivelato valori molto buoni in termini di isolamento termico, infiammabilità, resistenza alla muffa e alla salinità, immarcescibilità nonché di attacco da parte di parassiti e piccoli roditori.

⇒ l’approfondimento continua sul numero 26 di azero

1 Response

  1. Davvero interessante come articolo… Nel mio lavoro non tratto mai questo tipo di prodotto (principalmente schiume isolanti ad alto rendimento, come ISOFOR), ma approfondirò sicuramente la tematica.