Villa n.3 – Dueville (VI)
La terza villa
Una residenza privata vicino a Vicenza sperimenta un modello particolare di edilizia sostenibile, recuperando i principi dell’architettura arcaica e applicandoli a un edificio nZEB. L’edificio è progettato secondo i principi della bioarchitettura, utilizzando materiali con livelli minimi di energia grigia e il cui ciclo di vita ha un’impronta di carbonio molto bassa. In questa abitazione, infatti, si concentrano scelte e strategie che guardano al futuro del pianeta: legno e paglia come materiali da costruzione, una serra bioclimatica per la climatizzazione e un sistema integrato di ventilazione naturale per il raffrescamento.
Villa n.3, questo il nome dell’abitazione, è una dimora suburbana che ironicamente gioca con il contesto e la sua toponomastica, la cittadina di Dueville la quale, sita poco a nord di Vicenza, ospita due ville significative: Porto a Vivaro (1554) di Andrea Palladio e Porto Casarotto (1776) di Ottone Calderari. L’edificio nasce dunque quasi per scherzo, cercando di costruire nel contesto frammentato del Veneto contemporaneo, una casa che affettivamente possa essere, per i committenti che la vivranno, la terza villa del paese. Tuttavia il progetto prende a modello un’altra dimora che, precedente alla tradizione vicentina delle ville, ispirò lo stesso Palladio; si tratta dell’edificio rinascimentale Villa Vescovi sui colli padovani dell’architetto Giovanni Maria Falconetto, di cui si è studiato e adottato come regolatore il tracciato proporzionale del piano nobile in pianta e in alzato. Sono stati presi ad esempio e applicati i sistemi arcaici di controllo ambientale (esposizione solare, ombreggiamento, ventilazione naturale), operando le necessarie declinazioni sui sistemi e materiali da costruzione odierni.
Sormontata da un tetto piramidale, la casa presenta una pianta quadrata con piccole logge su entrambi i lati che diventano i punti di accesso principale e secondario, una scala a chiocciola al centro che conduce a un soppalco, camere da letto posizionate a nord e una veranda chiusa che sfrutta la sua posizione a sud per filtrare la vita domestica interna con quella all’aperto.
foto | ©Alberto Sinigaglia
⇒ il progetto completo è pubblicato sul numero 51 di legnoarchitettura