Monastero di Santa Teresa – Tolentino (MC)
Una clausura illuminata
L’originario Monastero di Santa Teresa delle Carmelitane Scalze a Tolentino, edificato a partire dal 1962, era caratterizzato da una muratura in blocchi lapidei con intarsi in laterizio, solai interpiano e copertura in latero-cemento e da una chiesa annessa interamente costruita in calcestruzzo armato. Data la tipologia e l’epoca di costruzione, il complesso monastico non era vincolato, una condizione cruciale per realizzare i recentissimi interventi di demolizione e ricostruzione.
Nel terremoto che colpì il Centro Italia a fine ottobre 2016, il monastero subì danni alle pareti portanti interne, mentre la chiesa adiacente rimase intatta. Dopo un lungo e complesso iter burocratico, le monache, sotto la guida della madre superiora, optarono per la demolizione e ricostruzione del loro monastero utilizzando un sistema prefabbricato in legno. L’obiettivo era ottenere una struttura antisismica certificata, a basso consumo energetico e alimentata da fonti rinnovabili. Essenziale fu il consiglio dell’azienda costruttrice di ridurre i volumi del sottotetto, in quanto il numero di suore era diminuito rispetto agli anni Sessanta e i fondi disponibili erano funzionali solo agli interventi di consolidamento strutturale, non coprendo tutte le spese necessarie.
Il progetto ha preso forma grazie alla stretta collaborazione con la committenza, che richiedeva una struttura capace di seguire il flusso degli spostamenti quotidiani delle suore di clausura. Il nuovo edificio è stato sviluppato su due piani, reinterpretando la forma a C dell’edificio originario demolito e adattando gli spazi alle attività del monastero. Al piano terra si trovano le cucine, i laboratori, il refettorio, le sale per i colloqui con i fedeli, la biblioteca, le aule ricreative e il coro annesso alla chiesa; al primo piano sono invece collocate le stanze singole delle monache. Sono stati inoltre ripristinati un piccolo campanile su una facciata e il porticato coperto che chiude l’impianto planimetrico.
La chiesa originaria, non danneggiata, è stata conservata.
foto | ©Oliver Jaist
⇒ il progetto completo è pubblicato sul numero 51 di legnoarchitettura