Edilizia residenziale in Australia
Una casa ormai piccola per venire incontro alle necessità dei suoi abitanti – una coppia con due figli gemelli di 8 anni, in un sobborgo a nord-est di Melbourne – è stato il punto di partenza dello studio Maynard Architects. La richiesta dei committenti era quella di creare un’abitazione, ampliando quella esistente, che mettesse assieme comunità, arte e natura: una richiesta impegnativa, che ha portato lo studio a progettare dei volumi che potessero essere scambiati per un gruppo di piccoli edifici, come se fosse un villaggio.
Adattandosi al contesto residenziale suburbano che, a parte qualche eccezione, è fatto di piccoli edifici, i progettisti hanno pensato di creare una serie di piccole strutture adeguate alla scala delle costruzioni circostanti ma che sviluppano all’interno grandi spazi connessi tra di loro.
L’ampliamento si stacca dalla vecchia abitazione anche per la finitura esterna; al posto di mattoni e tavole scure un rivestimento in scandole sui fronti a timpano e lamiera corrugata sugli altri due lati e il tetto. Il rivestimento metallico sottolinea proprio l’attenzione alla cosiddetta ‘quinta facciata’, poiché oggi, secondo le considerazioni dell’architetto, grazie a Google Earth, i nostri edifici sono accessibili a tutti, mostrando di sé proprio la chiusura superiore.
I diversi volumi sono stati realizzati con un telaio di legno in opera, com’è nella tradizione costruttiva australiana; tutti hanno un unico piano, tranne quello della ‘torre’ dei ragazzi, che ne ha due.
La casa è pensata in divenire, sulla base anche delle esigenze della famiglia. Può essere suddivisa in due zone separate con entrate distinte e, grazie a pannelli scorrevoli nascosti, si possono trasformare anche gli spazi dell’abitazione originaria. Elemento d’unione dei vari corpi è l’orto-giardino che i proprietari hanno voluto accessibile a tutto il vicinato. Chi vuole può passare a dare una mano o semplicemente a godersi il verde in compagnia. Pubblico e privato convivono favorendo il senso di comunità.
Poiché la sostenibilità era uno dei requisiti dei committenti, i progettisti hanno cercato di ottimizzare l’edificio soprattutto dal punto di vista del risparmio energetico: buona coibentazione, aperture ottimizzate per i guadagni solari passivi mentre l’aria condizionata risulta inutile grazie agli ombreggiamenti e alla ventilazione naturale passante. Completano il tutto le vasche per la raccolta dell’acqua.
foto | Peter Bennetts Photographer
⇒ il progetto completo è pubblicato sul numero 22 di legnoarchitettura