SCUOLA DI DANZA – REGGIOLO (RE)
Shall we dance?
Ispirata alle ceste di vimini che richiamano la tradizione artigianale del territorio, la Scuola di Danza di Reggiolo è stata realizzata grazie al Fondo di solidarietà istituito da Confindustria, CGIL, CISL, UIL e Confservizi, al quale hanno contribuito lavoratori e imprese di tutta Italia e il cui obiettivo era far rinascere e ricostruire i territori emiliani colpiti dal sisma nel 2012.
Il nuovo edificio, che sostituisce la precedente scuola, distrutta dal terremoto e in seguito demolita, si presenta con una pianta rettangolare e un volume compatto formalmente semplice, costruito in legno e collegato agli spogliatoi tramite un corpo trasparente. La compattezza dell’involucro, prevalentemente opaco, ha consentito di ridurre le dispersioni termiche nei periodi più freddi e minimizzare di conseguenza i consumi energetici degli impianti meccanici; il comfort interno è garantito anche dalla ventilazione naturale con estrazione a effetto camino e dalla luce naturale che durante il giorno entra dalla grande vetrata e dalle aperture zenitali. Un co-generatore produce l’energia elettrica, coadiuvato dall’impianto fotovoltaico, e l’acqua piovana è raccolta in una cisterna e destnata a uso irriguo.
L’irraggiamento solare è controllato e mitigato da un sistema schermante esterno curvo che circonda l’edificio e che crea due piccoli patii scoperti, dove dei giardini interni, visibili dalla sala di danza contribuiscono, a loro volta, a ombreggiare le vetrate e a offrire la privacy desiderata agli alunni durante le lezioni. La schermatura, chiaro riferimento agli intrecci tipici dei cesti di vimini della zona, porta in sé un’ulteriore elemento simbolico, quando si illumina durante le ore notturne, diventando vera e propria una lanterna; un segno nel e per il territorio, segno di rinascita, di guida e polo di interesse e di attrazione per tutta la comunità.
Il progetto è stato sviluppato durante il workshop “Costruire per ricostruire” nel quale lo studio MC A – Mario Cucinella Architects, ha coinvolto sei giovani architetti e ingegneri under 35, residenti nelle aree colpite dal sisma e selezionati tra 160 candidati.
foto | ©Geraldina Bellipario, Fausto Franzosi
⇒ il progetto completo è pubblicato sul numero 44 di legnoarchitettura