IL ROCCOLO ABITATO

Clusone (BG)
29
Nov

IL ROCCOLO ABITATO – CLUSONE (BG)

 

Semplicemente essenziale

Reinterpretare in chiave contemporanea un’architettura tipica del paesaggio lombardo è certamente possibile e questo progetto ne è la dimostrazione tangibile. L’edificio, infatti, rilegge la struttura del roccolo – detto anche brescianella o uccellanda – che veniva allestita nel Nord e Centro Italia su crinali, dossi o lungo i valichi alpini a fini di uccellagione, trasformandola in una casa vacanze; casa che mantiene l’impostazione spaziale al centro di un impianto arboreo, ma spostata a pochi metri di distanza dal fabbricato preesistente, non recuperabile strutturalmente.

Il progetto ripristina dunque le caratteristiche fisiognomiche del roccolo con una pianta stretta che si sviluppa su più piani e con affacci dalla discontinuità morfologica, costituiti da piccoli volumi accorpati e aggettanti e tamponati da materiali diversi: acciaio corten per la parte strutturale, legno di larice lasciato all’ossidazione naturale – il legno è impiegato anche per la struttura portante – e lamiera in zinco-titanio opaco e pre-ossidato. Per ricercare coni visivi sempre diversi e un contatto diretto con la natura, i fronti presentano bucature differenti ai vari livelli e a seconda del tipo di materiale con il quale sono stati realizzati, quali fessure orizzontali su quelli in legno, piccole aperture quadrate sui pannelli in corten, in parte vetrate e in parte chiuse da tasselli/tutori in legno per rampicanti, e riquadri vetrati sulle pareti rivestite in zinco-titanio. Tutte le parti trasparenti sono opportunamente arretrate e schermate, così da evitare abbagliamenti e riflessioni nel paesaggio, e gli infissi sono tutti posizionati sul filo interno delle murature perimetrali con telaio a scomparsa, anche per facilitare la nidificazione degli uccelli in questi spazi. Il manto di copertura, anch’esso in zinco-titanio opaco e preossidato, è montato su una struttura in legno di larice naturale.

In futuro l’edificio sarà ricoperto da specie vegetali rampicanti in un’operazione che non èsemplicemente mimetica, bensì una raffinata integrazione tra il roccolo e il territorio circostante,costituito non solo dalle zone boscate semi-spontanee, ma anche da aree agricole eurbanizzate, in modo da non destare sospetti negli uccelli di passaggio, ormai abituati alla discontinuità del paesaggio.

foto | ©Ezio Manciucca; Cristian Carrara

⇒ il progetto completo è pubblicato sul numero 45 di legnoarchitettura

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