HOTEL 1301 INN SLOW HORSE

Piancavallo, Aviano (PN)
16
Lug

Un hotel “tranquillo” sulle Alpi Carniche

Progettare e costruire in poco meno di ventiquattro mesi una struttura alberghiera che desse nuova vita a una località montana delle Alpi Carniche, sorta negli anni settanta e caratterizzata da un tessuto urbano disordinato, è stata una vera e propria sfida per gli architetti che in questo edificio hanno sintetizzato contenuti e accorgimenti che si svelano lentamente al visitatore.
A partire dal dialogo che Slow Horse instaura con la preesistenza, una piccola foresteria parzialmente demolita e poi inglobata completamente nel nuovo edificio, di cui diventa parziale basamento per accoglierne la hall di ingresso e la caffetteria.

Il nuovo fabbricato si erge su una piattaforma, rialzata dal terreno di circa 5 metri e sostenuta dai vani scala e da sette tripodi in c.a., ed è realizzato con struttura e rivestimenti esterni in larice; ne risulta una scultura massiccia in legno che si suddivide in due ali di tre piani, una rivolta verso la vallata di Barcis a est e l’altra, a sud-ovest, verso il centro di Piancavallo. La pianta a forma di V, che ripercorre l’area triangolare del lotto, distribuisce le trentasette stanze e circoscrive lo spazio centrale a tripla altezza, quasi una seconda hall per gli ospiti; uno spazio accogliente, con divani, sedute e un caminetto, da cui si gode una straordinaria vista sul paesaggio montano circostante.

Ma ciò che permette all’hotel di diventare una presenza forte nel tessuto costruito è la forma cangiante e movimentata della copertura con i suoi avvallamenti, picchi e squarci che, attraverso i suoi piani inclinati, interagisce con la neve e l’acqua, convogliata verso il retro dell’edificio a formare, durante l’inverno, grandi e spettacolari stalattiti. La geometria dialoga con le montagne circostanti differenziando il nuovo volume rispetto all’edificato adiacente.

Differenza esaltata e rimarcata dai materiali scelti: il legno di larice che dona alla costruzione un aspetto domestico e montano, mentre l’ardesia funge da segno distintivo in un paesaggio privo di identità, in cui gran parte dei manti di copertura, siano essi strutture sportive o edifici residenziali, sono risolti con guaine ardesiate o con lastre metalliche.

foto | Jacopo Riccesi

⇒ il progetto completo è pubblicato sul numero 14 di legnoarchitettura