RIFUGIO OBERHOLZ – OBEREGGEN (BZ)
Belvedere sudtirolese
Una struttura a sbalzo che sembra crescere direttamente dal massiccio del Latemar, come un albero steso a terra dal cui tronco nascono tre rami: è il Rifugio Oberholz, che è anche bar e ristorante, a più di 2000 m slm, adagiato nel paesaggio delle Dolomiti. Nel 2015 la Obereggen Spa, società che gestisce gli impianti di risalita della zona, indisse un concorso per la costruzione di un rifugio presso la seggiovia Oberholz che fosse architettonicamente e concettualmente distinto dagli altri edifici con la stessa funzione e che avrebbe dovuto essere operativo in tutte le stagioni. Gli architetti Peter Pichler e Pavol Mikolajcak, originari di Bolzano, si aggiudicarono il primo premio e la costruzione si concluse nel giro di 9 mesi.
Il progetto si basa principalmente sull’orientamento dettato dalle tre montagne più importanti della zona – il Mendel, il Corno Nero e il Corno Bianco – visibili da quel punto e il cui panorama è ‘catturato’ ed esposto nell’edificio, per essere ammirato, come se si trattasse di una vetrina. Ognuno dei rami di cui si parla all’inizio sviluppa la tipica forma del tetto a due spioventi, generando al suo interno 3 aree separate in cui sono distribuiti i tavoli del ristorante. L’ingresso all’edificio avviene tramite un’ampia terrazza esposta a sud, facilmente accessibile dalla vicina stazione della seggiovia, che consente ai visitatori di accedere al rifugio direttamente all’ambiente bar e al ristorante, con circa 90 posti a sedere, mentre la cucina e i magazzini sono situati perlopiù nell’area ipogea dell’edificio.
L’intera struttura è composta da portali in legno di abete rosso che, posti in continuità, enfatizzano esternamente la geometria curvilinea dell’edificio mentre all’interno rimane ben evidente la forma acuta della doppia falda. La distanza fra i portali è variabile e lo spazio tra di essi è tamponato con pannelli di legno di abete. A parte il piano interrato e seminterrato, realizzati in c.a., il resto dell’edificio è stato realizzato con struttura prefabbricata in legno. Dal punto di vista impiantistico, la produzione del calore, distribuito da un sistema radiante a pavimento, e dell’ACS è demandata a una pompa di calore geotermica. La ventilazione di cucina e ristorante è di tipo meccanico mentre i restanti ambienti sono ventilati naturalmente.
foto | ©Oskar Da Riz
⇒ il progetto completo è pubblicato sul numero 31 di legnoarchitettura