Una residenza a Melbourne
In uno tra i quartiere più eleganti di Melbourne, caratterizzato da ville costruite nel periodo Art Decò, sorge questa casa dove il legno costituisce l’elemento principe attorno a cui si sviluppa tutto il progetto; a partire dal contesto alberato, in cui Kew House 3 si inserisce, camuffandosi, grazie al rivestimento di facciata in eucalipto, scelto per la provenienza locale e per la capacità di ingrigire con il tempo e quindi di donare all’edificio un senso di appartenenza al paesaggio circostante.
Alla casa, costituita da due parallelepipedi che si sovrappongono e che si compenetrano, si accede attraverso una rampa, anch’essa in eucalipto, che conduce a un ingresso completamente vetrato, ma schermato agli angoli a tutela della zone più private. Verso ovest lo sbalzo dell’edificio è sostenuto da pilastri inclinati di acciaio che richiamano i mobili retrò porta stereo degli anni ’60 e ’70, fonte di ispirazione per questo fronte, mentre il volume superiore ospita le camere da letto.
Accedendo all’interno si viene accolti da una parete completamente rivestita di pannelli impiallacciati in legno con porte a scomparsa, le cui venature verticali creano la sensazione di essere di fronte al tronco di un albero. Questo nucleo centrale, che accoglie il guardaroba, un bagno di servizio, una piccola cantina e gli armadi incassati della cucina, è il fulcro attorno a cui si sviluppa tutta l’organizzazione funzionale del piano di mezzo, dall’ampia zona giorno alle aree più chiuse e riservate delle camere da letto e della zona studio/biblioteca.
Dalla cucina, il volume dell’area living, rivestito da un sistema di facciata in fibrocemento, si proietta verso nord, contrastando piacevolmente con il retrostante guscio di legno; l’ampio taglio obliquo della finestra incassata nella struttura a protezione dell’irraggiamento solare porta lo sguardo alla piscina, al giardino e alla zona relax. Anche in questo caso il legno è l’elemento dominante, utilizzato come finitura delle pavimentazioni esterne e come rivestimento a doghe verticali del piano terra.
L’edificio, realizzato con una struttura a telaio in legno e, in alcune parti, in acciaio, è progettato per sfruttare al meglio gli apporti solari gratuiti e per garantire il raffrescamento attraverso la ventilazione naturale. L’acqua piovana raccolta in un serbatoio di 600 l viene usata per i sistemi di scarico dei sanitari e, previa filtrazione, per il riempimento della piscina.
foto | Robert Hamer
⇒ il progetto completo è pubblicato sul numero 18 di legnoarchitettura