Ampliamento di un tabià
Inquadrata all’interno di una più ampia campagna di restauro e di ri-funzionalizzazione di alcuni manufatti tradizionali nel piccolo borgo di Coi sulle Dolomiti della Val di Zoldo, Casa Gianìn è stata oggetto di un intervento di recupero che si delinea come un’operazione di “riparazione” dell’architettura e del paesaggio. Gli edifici tipici della zona contribuiscono infatti concretamente alla definizione dell’immagine del paesaggio alpino antropizzato e costituiscono dunque una preziosa testimonianza di consuetudini e di pratiche ormai estinte che introducono a un mondo e a un modo di progettare che trova il suo fulcro nella cura dell’esistente.
I lavori di ristrutturazione e ampliamento di Casa Gianìn, che hanno portato alla realizzazione di tre unità residenziali autonome e funzionalmente indipendenti, sono stati effettuati secondo strategie di conservazione e di continuità.
La conservazione è intesa come volontà di preservare l’aspetto esterno del volume esistente con i suoi fronti in pietra che diventano landmark e come valorizzazione del manufatto originario, testimone della vita del paese negli ultimi 60 anni; la continuità ha permesso invece di definire i principi adottati per configurare il nuovo ampliamento, interamente ligneo e progettato come la prassi consolidata della zona vuole ovvero come il tipico annesso rustico, il tabià.
Sulla base delle superfici edificabili e secondo quanto previsto dal Prg, i progettisti hanno dunque scelto di realizzare il tabia a nord/nord-ovest, quale nuovo volume che, autonomo nel rapporto con il paesaggio, accoglie un’unica unità residenziale dalla stessa fortunata esposizione dell’edificio in pietra.
L’ampliamento è stato sviluppato sovrapponendo una struttura in legno a telaio con coibente interposto a un basamento in calcestruzzo faccia a vista parzialmente incassato nel terreno; come nei vecchi tabià il rivestimento esterno è in doghe di larice non trattato.
All’opposto, la casa in sassi è stata integralmente conservata nelle strutture principali – le murature perimetrali e il tetto – mentre i solai in legno sono stati recuperati e le fondazioni e la copertura consolidate. L’isolamento termico è stato ottenuto realizzando una contro-parete interna in lana minerale, un tetto caldo e un vespaio aerato a terra. (…)
foto | © Valentino Nicola
⇒ il progetto completo è pubblicato sul numero 28 di legnoarchitettura